LA NASCITA DELLA LOGICA
Quando i tempi furono maturi, i corpi sottili dell’essere umano si modificarono ulteriormente, e si manifestò una nuova necessità: l’energia del Cuore si divise in interna ed esterna, quella interna oggi la continuiamo a chiamare Cuore, quella esterna oggi la conosciamo come mente. Un tempo essa era indicata dai grandi saggi, come Empedocle, come “la consapevolezza che circonda il Cuore”, ed era indicata come qualcosa di attaccato al mondo materiale, e che poteva essere utile solo se posizionata al suo posto, in basso rispetto all’immensità della saggezza che è possibile far scaturire dal Cuore. A quei tempi divenne un “ponte” che poteva portarci al di là del mondo materiale, proprio attraversandolo grazie all’uso totale dei sensi, e non trascendendolo e trascurando il Corpo. Al contrario, a questo punto dell’evoluzione umana, il Corpo divenne l’unico vero “ponte” possibile attraverso cui riscoprire la nostra vera natura spirituale.

~ Peter Kingsley
Così accadde che circa 2500 anni fa, uno dei grandi saggi che diedero forma alla cultura in cui viviamo oggi, che fecero scendere lo Spirito di questa cultura nel mondo materiale, Parmenide di Velia, fece un viaggio spirituale nelle profondità dell’essere, nei più sottili mondi spirituali, e ritornò qui con le istruzioni per costruire questo nuovo mondo. Le istruzioni gli furono date dalla Dea, come quei grandi saggi usavano riferirsi a Lei1.
Tali istruzioni Parmenide le definì, per la prima volta in assoluto con il nome di Logos, oggi tradotto anche con “logica”. Logos è sempre stata una parola non facilmente compresibile, in ogni epoca storica, perché chi vuole afferrarla non riesce mai a farlo definitivamente, da qualche parte qualcosa sfugge. La traduzione più accurata di Logos è “parola”, ed è infatti così che Parmenide la usò, indicando la parola della Dea, che gli diede le istruzioni per creare la struttura sottile, energetica, della nuova cultura che necessitava nascere.
La “logica” non è un ragionamento, non è un concatenarsi di argomenti collegati da qualche senso basato sul “giusto”, “vero”, e via dicendo.. è semplicemente la VERITA’ che proviene dalle parole della Dea, riportate da Parmenide al ritorno dal viaggio nelle profondità dei mondi spirituali. E questo è tutto.
Parmenide scrisse un poema, infatti solo la poesia ha la possibilità di veicolare le parole del divino ai mortali, perché la Verità non si può pronunciare, non si può veicolare, non si può trasportare, la si può solo indicare, suggerire (nel senso di indicarla attraverso una suggestione). E così nel suo poema Egli scrisse le parole della Dea, in versi poetici, così che attraverso l’arte poetica fossero presenti tutti gli strati del Reale in quelle parole, comprensibili in un modo o in un altro a seconda della consapevolezza dell’occhio di chi legge.
Questo è il modo con cui in ogni tempo e in ogni luogo si è potuto “parlare” della verità proveniente dal Divino.
Parte 1 – Una storia che vive nelle nostre Profondità
Parte 2 – Le Radici del Sacro in Occidente
- Peter Kingsley, In the dark places of wisdom, 1999 ↩︎