Quale parte di me agisce nel mondo?

Chiedo al mio bambino interiore di agire nel mondo “al mio posto” nella misura in cui i miei adulti di riferimento hanno chiesto a me di fare qualcosa “per loro”.

È l’adulto quella parte di noi che dovrebbe agire nel mondo e che si prende cura del bambino interiore, solo se riesce a sentirlo e, in seguito, a curarlo.

Invertendo l’ordine dell’amore del dare-ricevere, dentro il bambino a cui viene chiesto di “dare” (amore, attenzione, sostegno, anche economico) si viene a modificare la risposta istintuale “sana”: viene sovrascritto l’istinto di ricevere dai grandi, perché il mondo a cui il bambino appartiene con tutto il cuore (la famiglia) gli sta chiedendo di farlo. Così si pone un velo di nebbia sulla facoltà di “sentirsi” del bambino-cucciolo, allontanandolo dalla possibilità di ascoltare i propri moti interiori. 
In questo modo non diverrà mai un adulto completo se non rimetterà in ordine questo aspetto di sé.

Tale inversione è quella che porta a sentirsi “più grandi” dei propri genitori (più bravi, più capaci, più colti, più.. più.. più..), a voler dir loro che scelte fare nella vita, a criticare i comportamenti che mettono in atto.
I genitori vengono prima di noi e sono così come sono. E va bene così, li si può solo accettare. 
Io, se preferisco, farò scelte diverse dalle loro, rispettando sempre il loro modo di essere e tenendo da loro la distanza emozionale che mi permette di sentirmi stabile.

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